On-page seo, lezione 3: l’arte dell’ottimizzazione delle pagine web
Indice
On-page seo, l’arte dell’ottimizzazione delle pagine web
Fino ad ora abbiamo parlato di come funziona il seo e l’avvio dell’ideazione di un sito web. Diciamo che è stata una introduzione prettamente teorica. Ora invece iniziamo con la pratica grazie all’uso delle tecniche di on-page seo.
On-page seo: non solo codice HTML e contenuti testuali!
Un buon posizionamento del proprio sito web dipende anche da come abbiamo sviluppato gli elementi del nostro sito quindi il titolo, i tag, le immagini etc…
Un grande punto a favore dell’indicizzazione è anche l’uso di un server veloce e stabile (un hosting di buon livello, insomma!).
Si dice anche che Google controlli l’anzianità del dominio (più anni ha e meglio è) e altre statistiche come lo stazionamento dell’utente sul tuo sito, le pagine che visita, etc…
Ottimizzazione codice HTML
La prima cosa da fare è definire il titolo della pagina/articolo che andremo a scrivere. Ricordiamoci sempre che tutto deve ruotare intorno alle parole chiave, in tutti i modi possibili e cioè singole, al plurale, in un contesto di frasi etc…
Il titolo deve iniziare con la keyword
Il titolo è la parte più importante di una pagina web e in generale è importante che il titolo inizi con la parola chiave.
Fateci caso, tutti gli articoli di notizie sul web iniziano con uno schema del tipo “Bari, incidente in via…., quattro feriti”. per scriverlo, basterà farlo così <title>titolo</title>
Come vedete, la key Bari è il focus dell’argomento perchè sicuramente il sito tratterà le notizie locali della città in oggetto. Successivamente riporteremo il luogo e il fatto accaduto.
Successivamente, cercate di capire se è utile o meno rinforzare il titolo con alcune modifiche tipo l’aggiunta della data/anno, alcune parole come “recensioni, guida, checklist”. Tutto questo per Google è importante: darete modo al motore di ricerca di categorizzare al meglio il vostro articolo.
Url-Slug: la parte importante del link del vostro articolo
Se analizziamo i link dei siti web, vedremo che sono di due tipi: quelli vicini alla lettura umana esempio http://www.antoniosisto.it/blog/google-chrome-blocca-le-pubblicita-sui-siti-web-funziona-la-nuova-funzione/ e quelli invece di difficile comprensione tipo http://www.pippo.it/nunufueqn&afn1na=1 .
Ecco, il primo link contiene al suo interno, tendenzialmente, il titolo dell’articolo mentre il secondo è un insieme di numeri e lettere che lo differenziano dagli altri di quel sito.
Salta all’occhio che il primo è di facile lettura per l’umano, il secondo no.
L’url in questione si dice Seo-Friendly ossia amico del seo, infatti contiene il titolo dell’articolo che abbiamo detto essere importantissimo e al tempo stesso può essere cambiato manualmente (la maggior parte dei cms lo permette!).
L’importante è che l’url sia breve e conciso.
L’importanza del tag H1, ossia il primo paragrafo del testo
Il tag h1 è un tag importantissimo in quanto permette al lettore di far cadere l’occhio sul titolo dell’articolo e permette al motore di ricerca di capire di cosa andremo a parlare.
Se inseriamo un h1 errato, cioè che non tratta l’argomento sviluppato nel testo, il motore di ricerca ci penalizzerà.
E’ importante ricordare che bisogna avere al massimo un h1 per pagina.
In html si scriverà così <h1>titolo<h1>.
Il lettore deve rimanere sul nostro sito per molto tempo…
La frequenza di rimbalzo (bounce rate) è quel dato che ci fa capire dopo quanto tempo l’utente esce dal nostro sito. Se arriva e subito dopo va via, significa che c’è qualcosa che non va. Allora dovremo mettere mani con l’on-page seo.
Per farlo rimanere molto tempo, e quindi far capire al motore di ricerca che l’utente ha trovato quel che cercava, potremo usare molte immagini, video, diagrammi che ci permettano di diminuire quel bounce rate tanto temuto.
Perchè usare le immagini e i video? Perchè l’utente si deve sforzare un pò per capire le grafiche e quindi aumenterà i secondi di stazionamento sul sito.
A proposito di immagini…
E’ utile usare molte immagini per aiutare il testo ad avere una lettura facilitata e oltremodo varia.
Le immagini però devono sottostare a rigide regole di struttura html: devono essere molto leggere e usare formati comuni sul web (jpeg e png su tutti). Devono inoltre possedere i tag alternative.
Un esempio <img src=”sorgente dell’immagine” alt=”descrizione dell’immagine”>.
Bisogna notare che l’alternative text è un testo importante perchè non deve riportare il titolo dell’immagina ma una vera breve descrizione di ciò che l’utente andrà a visualizzare. Alcuni utenti ipotizzano che l’utilizzo del tag title sia utile perchè l’utente può soffermarsi col mouse sull’immagine e visualizzare la classica casellina di testo che appare in sovraimpressione per leggere qualcos’altro di quella fotografia esempio <img src=”sorgente dell’immagine” alt=”descrizione dell’immagine” title=”titolo dell’immagine”>.
Infine, un consiglio che vi diamo è quello di nominare le foto in maniera corretta quindi non lasciamo un classico immagine.png, ma inseriamo tipo pizzeria-nomepizzeria.png.
Utilizziamo in ogni contesto almeno una parola chiave! L’on-page seo ci permette di migliorare anche la struttura interna degli oggetti e quindi anche le foto avranno un’anima.
I paragrafi: aiutiamo l’utente a capire in che punto del testo si trova!
I tag h2 sono davvero importanti e aiutano l’utente a navigare meglio nel testo (che ricordiamolo più sarà lungo meglio è).
Anche gli h2 dovranno contenere in qualche maniera una delle parole chiavi, se possibile, e dovranno suddividere il testo in microargomenti per permettere all’utente di navigare e arrivare subito a ciò che gli interessa.
Utili anche gli h3, ma vi consigliamo di non andare oltre.
Keywords, keywords… quando usarle?
Praticamente sempre! Utilizzare le keywords almeno una volta e massimo 3 in ogni paragrafo.
Utilizzatele nelle prime 100 parole di introduzione del vostro articolo.
Link interni, come wikipedia!
Come fa wikipedia ad essere sempre tra i primi risultati? E’ semplice: fa dei link interni il suo punto di forza.
Vi ricordate di quando parlavamo della struttura a forma di silo che deve avere il nostro sito web? Ecco, wikipedia vince grazie al fatto che ogni argomento e collegato a centinaia di altri creando così una fitta rete di link interni. Un buon modo per fare on-page seo è quello di unire le varie parti del sito tramite i link contestuali.
In questo modo l’utente potrà arrivare da una parte all’altra dell’argomento, spaziando ogni sua peculiarità, senza uscire dal sito (abbassando il bounce rate!!!).
Il link interno alla lezione 2 di questo paragrafo, che trovate subito sopra, è un modo semplicissimo di creare link interni. Diamo la possibilità all’utente di navigare nel nostro sito e non uscire mai e dare anche autorevolezza alle nostre pagine e direttamente a tutta la struttura del sito web: Google capirà che l’argomento del nostro sito viene suddiviso in più pagine perciò tutta la struttura del sito è importante ai fini della ricerca dell’utente.
Outbound link, quando il link è diretto verso l’esterno
Non dobbiamo avere paura di far uscire il nostro utente dal nostro sito. Google adora il fatto che alcune delle nostre pagine sono collegate ad un altro sito che tratta la stessa tematica.
Così facendo, creiamo una grande rete di siti web collegati al nostro e diamo la possibilità allo stesso Google di percorrere una strada di link che trattano tutti lo stesso argomento. Dunque potrà dare all’utente molte più scelte nella sua SERP (la pagina dei risultati di Google).
Voi direte: “eh vabbè ma che ci guadagno?”. Detto fatto: non sarete gli unici a linkare dei siti esterni, ma anche i vostri “colleghi-competitor” faranno lo stesso se vorranno aumentare la qualità e l’indicizzazione del loro sito perciò anche voi ricevere un link dall’esterno 🙂
Il classico scambio di link, tecnica semplice di white seo. Un esempio è questo link con cui l’utente potrà leggere l’on-page seo su un autorevole sito ma in lingua inglese.
Tutto qui? Ehm… no!
No non è tutto qui, questa è solo la base per indicizzare un sito web. L’on-page seo è il punto di partenza per fare in modo che almeno un occhio di Google cada sul nostro sito web.
Prendiamo la mano con questi dettagli per poi passare alla seconda fase dell’indicizzazione che è strettamente “meccanica”. Ma lo faremo nella prossima lezione.
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